La Condotta in trasferta a Caltanissetta per Slow Grains 2024
- Nadia Maesano
- 16 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Riuscite ad immaginare un ritrovo di granicoltori? Tante piccole casette in legno piene di spighe di grano, pani caserecci e prodotti della terra, tutte raccolte in una grande piazza allestita a festa.
Così ha inizio Slow Grains a Caltanissetta, nelle giornate del 20 e 21 Aprile 2024, una due giorni ricca di workshop, convegni e laboratori del gusto che si pone come obiettivi la valorizzazione e la promozione della rete di tutela dei grani tradizionali italiani.
La mostra mercato, svoltasi in Piazza Garibaldi, è il punto di ritrovo per i produttori giunti dalla Sicilia ma anche da tutta Italia. La piazza è gremita di prodotti fra i più disparati; partiamo dalle pagnotte agricole di dimensioni importanti passando per bucce di cannolo prodotte con farina Maiorca, birre artigianali prodotte nel cuore della Sicilia, fino ad arrivare alle scaddatedde calabre.
Colori, profumi e sapori prodotti dal mercato ammaliano chiunque passi per la piazza, anche se solo di sfuggita, invogliando i passanti a fermarsi per scoprire cosa Slow Food propone.
Pochi metri più in là, all’interno di Palazzo del Carmine, mugnai, produttori agricoli, fornai e ricercatori, danno vita ad incontri fondamentali per avviare dibattiti e scambi di opinioni sulla riscoperta dei grani tradizionali italiani. A lungo si è parlato dell’importanza della tutela della coltivazione del grano, attraverso l’uso di varietà come Similia, Russello, Perciasacchi e Maiorca, grani che identificano la nostra bio-regione agricola.
Non sono mancate poi le testimonianze di chi, attraverso il legame natale con la Sicilia, è riuscito ad inventare un nuovo modo per far conoscere questi prodotti fino in Francia.
Una rappresentanza della nostra condotta ha preso parte all’evento, anche grazie alla partecipazione di Nino Crupi come moderatore del workshop “La biodiversità dei cereali tradizionali del Mediterraneo e le sfide per il futuro”.
Ancora una volta si è dimostrato come i grani tradizionali sono esempio di filiera corta, attraverso il reinventarsi degli agricoltori in molitori, pastai e panettieri. Non è perciò sufficiente andare alla ricerca di una materia prima così prodotta, ma si deve anche saper valorizzare attraverso una produzione buona, pulita, giusta e per tutti.
Grazie a questo evento, abbiamo messo a dimora un seme che speriamo sia significativo per chi è coinvolto nella filiera agricola e non solo. La consapevolezza di volerci migliorare è il primo, duro, passo da compiere tutti insieme se vogliamo percorrere questo cammino verso la riscoperta dei nostri prodotti agricoli.
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