STATI GENERALI SICILIA - la Condotta di Messina presente con una delegazione
- Nadia Maesano
- 3 ago 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Caltanissetta 27 Luglio 2024, la meta sembra lontana ma far valere la nostra presenza alla plenaria degli Stati Generali della rete Slow Food Sicilia è un dovere.
Prendere parte per la prima volta ad una riunione che dovrebbe vedere presenti tutte le realtà Slow Food Sicilia, fa presupporre di trovarsi davanti ad un mare di figure diverse; soprattutto nell’immaginario di chi, come me, è entrata a far parte del mondo Slow da pochissimo e fa parte di una Condotta estremamente variegata.
Mi guardo intorno e mi rendo subito conto che, tolto un bimbo in passeggino, forse sono la più piccola; così, insieme ad uno sparuto numero di altri giovani, che può essere contato sulle dita delle mani, proviamo ad abbassare un’età media forse troppo alta.
Dopo la registrazione, un breve saluto introduttivo di Fabio di Francesco ed uno sguardo al bilancio sociale di SF Italia quale strumento di lavoro per programmare azioni future.
Nell’intervento di Barbara Nappini un’importante riflessione su come leggere, in chiave Slow, le trasformazioni e le transizioni che la nostra società sta vivendo.
E l’invito a prendere posizione circa l’idea di Mondo che vogliamo costruire a partire da un concetto fondamentale: “We Are Nature”.
Non a caso, forse, il claim di Terra Madre 2024…
Il lavoro di confronto e approfondimento prevede la suddivisione su cinque diversi tavoli di lavoro, ognuno con un tema specifico e ben definito: Biodiversità e Crisi Idrica, Educazione, Grani Antichi e Cambiamenti Climatici, Coinvolgimento Rete, Rete Istituzionale.
Per me, che pensavo a questa riunione come un momento di condivisione con la rete regionale, una scelta “logisticamente” comoda, forse, ma poco utile.
Ad ogni modo, la nostra Condotta, presente con ben nove soci, riesce ad essere attiva e propositiva sui diversi campi; tramite il racconto dei progetti e degli eventi che abbiamo svolto in poco meno di due anni sul territorio di Messina.
Io sono seduta al tavolo del Coinvolgimento ma, ogni tanto, riesco a fare una capatina al tavolo dell’Educazione, tema a me particolarmente caro.
Ad ogni tavolo emergono differenze, si discute di metodo e approcci differenti.
Ma si discute anche di due diversi modi di interpretare l’attivismo ed inizio a capire perché ogni nodo territoriale lamenti una scarsa partecipazione di giovani e la difficoltà a coinvolgerli nelle varie attività.
Proprio su questo tema, il Coinvolgimento della Rete, il confronto con le altre Condotte si è acceso.
Ho raccontato la mia esperienza: mi sono tesserata in forza delle attività concrete che la Condotta ha proposto nella mia città, Messina.
Da subito sono stata coinvolta in ogni progetto, ne ho proposto altri che porto avanti in totale autonomia, con la supervisione di un direttivo che, ogni giovedì, si riunisce allargato a chiunque voglia partecipare e dare un contributo.
Non ci sono giovani né anziani, ma una comunità che progetta con una visione condivisa, che sa delegare ruoli e compiti. Così, quotidianamente, riusciamo a coinvolgere il maggior numero possibile di soci.
Un modello molto diverso rispetto a quanto ho sentito per altre Condotte siciliane, soprattutto in riferimento alla delega dei compiti e all’inclusione durante le fasi progettuali delle iniziative.
Il punto di snodo - secondo la mia visione - potrebbe essere trovato nell’incontro, ad armi pari, fra i fiduciari custodi dell’esperienza associativa e i giovani volontari, che attraverso un linguaggio nuovo possono portare una ventata di cambiamento all’interno di Slow Food.
L’altro tema caldo, non soltanto per il clima, affrontato nel corso della giornata, ha posto l’attenzione sulla percezione del tema “Educazione”, che, a mio avviso, per la sua trasversalità dovrebbe spaziare in quanti più campi possibile.
Limitare l’educazione ad una visione meramente scolastica o, comunque, troppo circoscritta, rischia di sminuire l’importanza di uno dei pilastri di Slow Food, riservandogli uno spazio troppo ristretto e con stimoli limitanti.
Credo sia importante pensare a progetti di ampio respiro, in grado di incontrare i grandi temi che vedono impegnata la nostra Associazione.
A tal proposito abbiamo raccontato del nostro progetto più bello ed importante, la realizzazione di un orto sociale.
Un progetto di economia circolare replicabile e scalabile, che impatterà fortemente nel campo dell’educazione, intesa non soltanto come mezzo per far crescere la consapevolezza di quanto sia importante sapere cosa mangiamo e come viene prodotto, ma come punto di partenza che veda nascere una rete di collaborazione fra enti, associazioni e cittadini. E quindi sarà coinvolgimento… ma anche recupero di suolo, salvaguardia e conservazione di biodiversità e, non ultimo, giustizia sociale!
Spiace, però, constatare che nel feedback, finalmente in plenaria, tutto questo sia sfuggito e non sia emerso.
Per concludere, vorrei porre l’accento su ciò che più mi ha colpita.
La capacità di includere e far sentire accolti i giovani all’interno delle Condotte e delle Comunità dipende dalla volontà che si ha di far vivere a lungo e in modo proficuo Slow Food, una associazione libera, che non appartiene a nessuno e che si basa sulla collaborazione collettiva.
Non si può più pensare al tesseramento come unica strada per accrescere la rete di cui facciamo parte, sono i rapporti e l’impegno che mettiamo per costruirli, la base per una ripresa efficace a partire da uno scambio di idee, competenze ed esperienze.
Comments