
ME-ssina r-Esiste: Stretto tra due Mari, premiamo il futuro che vogliamo
Lo Stretto di Messina unisce Sicilia e Calabria, due terre che la geodinamica ha voluto separare ma che hanno tanti elementi di contatto, non solo tra di loro, ma con l’intero Mediterraneo!
Lì dove Ionio e Tirreno si fondono e si contaminano, insiste un ponte fatto di biodiversità “condivisa”, di culture intrecciate e sovrapposte, di scambi e dialoghi che ha visto protagonista l’intera umanità: dagli antichi Siculi in Sicilia agli Ausoni ed Enotri in Calabria, passando poi per Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Fenici, Normanni, Aragonesi …!
È questo il ponte che dobbiamo proteggere e tutelare ed è per questo motivo, oltre che per la sua posizione centrale nell’area del Mediterraneo che Messina rappresenta il luogo ideale per raccontare le grandi criticità del contemporaneo e di chi opera per ridurne l’impatto attivando buone pratiche di Economia Circolare, di Lotta al Cambiamento Climatico e di Valorizzazione del Capitale Naturale.
Infatti, proprio l’economia circolare, legata al cibo, può rappresentare una via per una transizione ecologica reale in un contesto in cui, per risolvere il doppio problema della scarsità di materie prima e di smaltire sempre più rifiuti, lo scarto diventa materia ed il rifiuto risorsa. Così some la tutela e la rigenerazione dei sistemi naturali sono fattori cruciali per l’affermazione di nuovi modelli economici, duraturi e capaci di produrre benessere e benefici estesi anche per le comunità locali. Il cambiamento climatico, infine, è la principale minaccia ambientale della nostra epoca. Per affrontarla si devono mettere in campo tecnologie e soluzioni già oggi disponibili, ma anche svilupparne di nuove attraverso progetti innovativi ed efficaci.
In questo contesto, il Tavolo per le Food Policy del Comune di Messina istituisce il premio “Stretto tra due mari”, rivolto a persone, associazioni, istituzioni culturali o imprese che attraverso progetti, azioni e buone pratiche contribuiscano alla transizione ecologica, lavorino alla riduzione dell’impatto ambientale, sappiano interpretare la green economy anche in funzione dell’impatto sociale o che, con i loro progetti, si siano particolarmente distinti per eco-innovazione ed efficacia dei risultati ambientali ed economici conseguiti.